Alla splendida conca dell’Alpe Angeloga è bello arrivare al tramonto, quando i raggi obliqui del sole tingono i pascoli di colori caldi e l’acqua del lago riflette limpida l’azzurro del cielo: è uno dei più bei momenti anche per fare il giro del lago, aggiungendo un piccolo tratto al cammino, prima di arrivare al Rifugio Chiavenna.
L’Alpe Angeloga si raggiunge da Fraciscio: oltrepassato il paese seguendo le indicazioni, si giunge alla località Soste (m 1440), dove si lascia l’auto. Ci si incammina quindi per la strada sterrata che si inoltra nel fondovalle, per lasciarla dopo poco in favore della più bella mulattiera che si stacca sulla sinistra (cartello) e che segue la strada stando più in alto sul versante. Dopo qualche minuto di cammino la mulattiera guadagna nuovamente il fondovalle, ricongiungendosi alla strada per un breve tratto, prima che quest’ultima si interrompa. Si prosegue quindi sulla mulattiera che si inoltra in un bel bosco misto di conifere, latifoglie e arbusti, cominciando a salire gradualmente e inoltrandosi nella valle: si apprezza già, più lontano in alto, il profilo delle montagne che chiudono l’ampia conca dell’Angeloga, dalla Cresta del Calcagnolo al Pizzo Stella, al Pizzo Groppera: ma la conca che si intuisce più in alto non è ancora visibile, a causa di un tratto nettamente più ripido del versante, un salto perlopiù roccioso che va dai 1600 ai 1900 m di quota circa. È questo il tratto più ripido del percorso, che affrontiamo (con pazienza!) in direzione di alcune paretine rocciose che chiudono in alto uno “scivolo” poco alberato che il sentiero affronta con molti tornanti. I bambini apprezzeranno poco questo tratto, spesso con molti gradoni, ma con calma (e con qualche ricompensa) in un’oretta circa raggiungeranno senza problemi il tratto finale: arrivati ad un masso sulla destra del sentiero, caratterizzato da una piccola croce in ferro, il grosso della salita è alle spalle (m 1970, ore 2).
Ora il sentiero si inoltra con qualche tratto in falsopiano su un versante più ricco di alberi e vegetazione: il torrente che prima scorreva lontano nel fondovalle si avvicina, fino ad un tratto molto pittoresco in cui il sentiero risale accanto ad una cascatella (un poco di attenzione in più data l’esposizione di questo punto). In cima alla cascata si comincia ad aprire il paesaggio, il bosco si fa più rado per lasciare il posto ai primi prati, e dopo un’ultima breve salita ci si affaccia sui pascoli dell’Alpe Angeloga, costeggiando il torrente che scorre placido tra le sponde tagliate nel prato: ormai in piano, si raggiunge il muretto in pietra che costituisce l’ideale “confine” dell’alpe. Pochi passi ancora e si arriva al Rifugio Chiavenna (m 2042, ore 2.30), base ideale per una minivacanza: consigliamo infatti di fermarsi, anche qualche giorno, per girovagare nei dintorni, visitando le belle baite dell’alpeggio o magari spingendosi fino al Lago Nero e al Passo Angeloga, o ancora, per i più preparati, sulla cima del Pizzo Stella (attenzione, difficoltà alpinistica, F).
I bambini potranno senza pericoli giocare e scorrazzare liberamente per i pascoli alla ricerca delle marmotte (c’è anche un vero e proprio percorso consigliato!), mentre gli appassionati di pesca troveranno soddisfazione nelle acque del lago Angeloga. Per il ritorno si può prendere la stessa strada oppure percorrere un bel sentiero panoramico (un po’ esposto in alcuni tratti, comunque protetti) che, presa quota sul versante destro della valle, dal rifugio porta in direzione di Motta di Campodolcino e dell’area sciistica, da cui si può poi tornare verso il paese. Ovviamente per questa soluzione occorre essere in gruppo e disporre di due auto, per poter recuperare l’altra al parcheggio sopra Fraciscio.